I DISTURBI DEL LINGUAGGIO riguardano le aree del linguaggio espressivo e recettivo. Possono manifestarsi già in età prescolare, se il percorso evolutivo del bambino mostra un apprendimento del linguaggio atipico o in ritardo rispetto alle attese.

I disturbi di linguaggio si possono suddividere in due grandi categorie:

  1. disturbi primari o disturbi specifici di linguaggio (DSL), caratterizzati dall’assenza di problemi cognitivi, relazionali, neuromotori e sensoriali. L’eziopatogenesi più accreditata è legata alla possibile presenza di anomalie della trasmissione e delle connessioni neuronali. 
  2. disturbi del linguaggio secondari, rappresentati dall’insieme eterogeneo di condizioni cliniche in cui il disturbo del linguaggio rappresenta un sintomo secondario di quadri sindromici e nosograficamente definiti. Nello specifico possiamo avere problematiche di tipo:
  • strutturali: problemi uditivi ( sordità ), anomalie oro-bucco/facciali (palatoschisi)
  • neurologiche: epilessie, paralisi cerebrali, sindromi genetiche
  • deficit intellettivi più o meno gravi.
  • disturbi generalizzati dello sviluppo ( autismo )
  • grave deprivazione affettiva e/o sociale 

 

 Disturbi Specifici del Linguaggio ( DSL ). Come si manifestano?

Si manifesta attraverso un ritardo nella comparsa delle prime parole con alterate e/o mancate evoluzioni nelle competenze fonologiche (sviluppo dei suoni), lessicali (competenze di vocabolario, sia in entrata che in uscita) morfo-sintattiche ( costruzione della frase ) e pragmatiche.

Alcuni importanti campanelli d’allarme possono essere :

  • 5-10 mesi assenza di lallazione
  • 12-14 mesi assenza nell’utilizzo di gesti
  • 18 mesi vocabolario inferiore alle 20 parole
  • 20-24 mesi assenza di combinazione delle prime parole
  • 24 mesi vocabolario inferiore alle 50 parole/ assenza o ridotta presenza del gioco simbolico
  • 24-30 mesi vocabolario inferiore a 100 parole, scarsa combinazione di parole, ritardo nella comprensione di ordini non contestuali
  • 30-36 mesi linguaggio poco comprensibile,utilizzo di frasi brevi e non combinate, presenza di parole idiosincratiche

Come evolvono?

Studi epidemiologici mettono in evidenza come la presenza di un disturbo di linguaggio nella storia del bambino sembra costituire un fattore di rischio per il successivo sviluppo di difficoltà di apprendimento scolastico ( lettura e scrittura ). È bene sottolineare che non tutti i bambini che presentano una difficoltà di linguaggio nei primi anni di vita sviluppano in seguito un disturbo specifico del linguaggio. Esistono infatti i cosiddetti “late talkers” (parlatori tardivi) cioè bambini che sviluppano l’abilità linguistica in ritardo rispetto alle normali tappe di sviluppo.                                                                                                                                                             

La diagnosi

È basata su criteri di esclusione che permettono di escludere che il problema di linguaggio sia legato dalla presenza di condizioni patologiche. Fondamentale è la valutazione Neuropsicologica e Logopedica.

Trattamento

Quando viene diagnosticato un disturbo di linguaggio è fondamentale iniziare tempestivamente il trattamento logopedico. Infatti, un intervento precoce può aiutare a prevenire altre problematiche dello sviluppo  come difficoltà sociali, di apprendimento e relazionali.